Disturbi dell'alimentazione

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Disturbo dell’alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder - BED)

Nel Binge Eating Disorder ogni momento è valido per mangiare, il cibo viene usato per attutire gli urti della vita.
Dietro la fame nervosa si nasconde spesso una “fame per gli affetti”.
Quando ci lasciamo andare alla fame nervosa e cediamo alla tentazione di aprire il frigorifero o quel pacco di merendine, succede che dopo la gratificazione temporanea subentra quasi sempre un forte sentimento di frustrazione e di impotenza che ci porterà ad essere delusi di noi stessi.
Il cibo non rappresenta la ricetta giusta per guarire dalla tristezza, dalla delusione, dalla rabbia, dal senso di colpa. Il piacere che ci da il cibo, se usato in questo modo, è temporaneo e istantaneamente ci lascerà un profondo senso di vuoto.
Un sostegno psicologico può in questi casi essere utilissimo.

Bulimia nervosa

Da un punto di vista strettamente clinico sono necessarie tre caratteristiche principali affinché si possa fare una diagnosi di bulimia nervosa: 1) una eccessiva valutazione della forma del corpo, del peso e del loro controllo; 2) presenza di abbuffate ricorrenti, ove per abbuffata si intende un episodio di alimentazione ove viene ingerita una grande quantità di cibo e caratterizzato da un senso di perdita di controllo; 3) attività di controllo del peso estrema, attuata attraverso una sostenuta restrizione dietetica e condotte di eliminazione (purging), quali vomito auto-indotto e uso improprio di lassativi o diuretici.
Alla luce di questi dati si può quindi sostenere che esiste un vero e proprio nucleo psicopatologico, ove i soggetti presentano una valutazione di sé centrata principalmente su peso e forma del corpo e sulla propria capacità di controllarli.
Da ciò derivano comportamenti quali il pesarsi frequentemente, il controllare ripetutamente il proprio corpo confrontandolo con quello delle altre.
Questo genera e attiva una serie di pensieri e sensazioni negative circa il sentirsi grasse e il credere di esserlo realmente.
La restrizione dietetica concerne il tentativo di mettere in atto pretese e regole alimentari specifiche (relative a quando, quanto e cosa mangiare), le quali hanno lo scopo di limitare la quantità di cibo ingerita. Frequentemente le pazienti pesano il cibo ed effettuano il conteggio delle calorie ingerite.
Nelle abbuffate viene ingerita una notevole quantità di cibo e di calorie (di solito tra 1000 e 2000 kcal) e ciò innesca la messa in atto di comportamenti eliminativi successivi, quali appunto il vomito auto-indotto e l’uso improprio di lassativi.
Tali modalità di purging compensatorio possono peraltro avere effetti sulla modulazione dell’umore.
Anche l’esercizio fisico eccessivo può essere inquadrato all’interno di queste condotte e può assumere in taluni casi forme estreme, quali quelle dell’esercizio compulsivo.
Per la terapia cognitivo comportamentale della bulimia nervosa è centrale il trattamento del nucleo psicopatologico precedentemente descritto, qui inteso come uno schema disfunzionale di autovalutazione.
Le pazienti, dovendo rispettare le numerose rigide regole alimentari autoimpostesi (alle volte difficili da seguire), tendono a reagire in modo disadattivo alla loro trasgressione e attivano così gli episodi alimentari con frequente perdita di controllo.
Il significato delle abbuffate potrebbe essere quindi l’estremo impulso alla trasgressione delle specifiche prescrizioni alimentari.
Queste pazienti tendono spesso a modificare l’alimentazione in risposta ad eventi della vita giudicati negativamente o giudicati eccessivamente stressanti (con inadeguata regolazione delle emozioni).

Anoressia

Nell’Anoressia l'elemento fondamentale è l'insoddisfazione dell'aspetto fisico, con distorsione dell'immagine corporea e la sensazione di essere in sovrappeso pur non essendolo, o essendo addirittura sottopeso. Si manifestano numerose pratiche di digiuno.

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